Summary in Italian
Presentiamo, per completare l'articolo "E' la somma che fa il totale", pubblicato su "Stampa, Scuola e Vita", il documento completo dell'Ocse sugli indicatori relativi all'educazione di tutti i suoi paesi membri.
Uno sguardo sull’Educazione: Gli indicatori dell’OCSE – Edizione 2006
Riassunto in italiano
Uno sguardo sull’educazione fornisce agli educatori, ai responsabili politici, agli studenti e ai loro genitori un'ampia gamma di indicatori che riflettono quasi tutti gli aspetti quantitativi e qualitativi delle politiche e delle prestazioni dei sistemi scolastici nei paesi dell’OCSE e in alcuni paesi partner.Oltre a offrire informazioni sulle prestazioni, le risorse, il livello della partecipazione e l’organizzazione dei sistemi scolastici, il rapporto fornisce anche un certo tipo di informazioni necessarie per valutare aspetti quali l’importanza attribuita all'acquisizione delle competenze di base, al numero ideale di alunni per classe, alla durata dell'anno scolastico.
Valutare la qualità dei sistemi scolastici
Nel 2003, Il Programma per la Valutazione Internazionale degli Studenti (PISA) ha misurato le prestazioni in matematica degli studenti quindicenni nei paesi OCSE. La Finlandia, la Corea e i Paesi Bassi hanno registrato livelli di prestazione molto più alti della media degli altri paesi dell’OCSE, e un livello di conoscenze che supera di più della metà la media OCSE. Undici paesi (Australia, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Islanda, Giappone, Nuova Zelanda, Svezia e Svizzera) hanno registrato punteggi superiori alla media OCSE. Austria, Germania, Irlanda e Repubblica Slovacca sono nella media, mentre gli 11 paesi restanti registrano punteggi più bassi.
Non esistono confronti di questo tipo per le generazioni precedenti, ma il completamento dei diversi livelli di istruzione offre un’idea dei livelli di studio raggiunti. In media, nei paesi dell’OCSE, il 42% della popolazione adulta ha completato solo studi di istruzione secondaria superiore. Circa il 30% degli adulti ha raggiunto un livello di scuola primaria o secondaria inferiore ed il 25% ha ottenuto un diploma di istruzione superiore. Si registrano tuttavia ampie differenze, da un paese all’altro, per quanto riguarda la distribuzione dei livelli di istruzione tra la popolazione.
Le prestazioni dei paesi asiatici continuano ad essere più elevate di quelle dei paesi Europei e degli Stati Uniti. Due generazioni fa, la Corea aveva un livello di vita simile a quello attuale dell’Afganistan e si collocava tra i paesi con i più bassi livelli di prestazioni scolastiche. Oggi, il 97% dei coreani di età compresa tra i 25 e i 34 anni ha completato studi di istruzione secondaria superiore: il tasso più alto dell’area OCSE. Ma quello della Corea non è un esempio isolato. Solo tra il 1995 ed il 2004, il numero di studenti che intraprendono studi universitari è più che raddoppiato in Cina e in Malesia ed è cresciuto dell’83% in Tailandia e del 51% in India.
I paesi asiatici registrano migliori prestazioni anche in termini di qualità. Secondo l’indagine PISA, negli Stati Uniti e nella maggior parte delle economie forti europee, le prestazioni degli studenti quindicenni sono pari o inferiori alla media OCSE. I sei sistemi scolastici asiatici inclusi nell’indagine PISA 2003 si sono classificati tra i primi dieci con, oltretutto, un tasso di partecipazione elevato. Diversamente, il 20% dei quindicenni europei, e oltre un quarto degli studenti statunitensi hanno raggiunto prestazioni di Livello 1 (il più basso del PISA) o inferiore. In tutta l'area OCSE, gli studenti provenienti da ambienti disagiati hanno 3,5 volte più probabilità di raggiungere un livello pari o inferiore al Livello 1 di quelli provenienti da ambienti socio-economici più avvantaggiati.
Numero di studenti per classe: le classi meno numerose non sono sempre le migliori
I risultati mostrano che non esiste sempre una correlazione tra il rapporto insegnanti/studenti ed il livello di prestazioni. In Giappone, Corea, Messico, Brasile, Cile e Israele ci sono 30 e più studenti per classe contro i 20 o meno di Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Svizzera e Federazione Russa, ma in Lussemburgo, ad esempio, solo il 2,7% degli studenti figura tra i migliori in matematica (sempre secondo l’indagine PISA), contro l’8,2% in Giappone.
La qualità dell'interazione tra insegnanti e studenti varia in base al numero di classi e di studenti di cui ogni insegnante è responsabile, alla materia insegnata, al tempo che gli insegnanti dedicano all'insegnamento e ad altri compiti, al raggruppamento degli studenti nelle classi, e alla pratica del team teaching (insegnamento in compresenza).
Equilibrio tra i generi: le prestazioni delle ragazze superano quelle dei ragazzi
Le differenze tra i generi nei tassi di conseguimento di un diploma stanno sempre più cambiando in favore delle donne. Fra la popolazione di età compresa tra i 55 e i 64 anni, solo in tre paesi risulta che le donne hanno compiuto studi più lunghi, ma fra gli adulti tra i 25 e i 34 anni risulta che le donne compiono in media un numero maggiore di anni di studio in 20 dei 30 paesi dell'OCSE, e solo in 2 dei 10 paesi restanti (Svizzera e Turchia) si registrano differenze pari a più di 0,5 anni a vantaggio degli uomini.
Il tasso di diploma di istruzione secondaria tra le ragazze supera quello dei ragazzi in 19 su 22 paesi OCSE e in 3 paesi partner. Il divario a vantaggio delle ragazze supera i 10 punti percentuali in Danimarca, Finlandia, Islanda, Irlanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia e Spagna, e Brasile. In Turchia, il tasso di diploma tra gli uomini è più alto di 8 punti percentuali, mentre in Corea e in Svizzera, si registra meno di un punto percentuale di differenza.
Remunerazioni e carico di lavoro degli insegnanti: un panorama misto attraverso i paesi dell’OCSE
Rispetto al PIL pro capite, gli stipendi più bassi tra gli insegnanti con almeno quindici anni di esperienza nella scuola primaria e secondaria inferiore si registrano in Ungheria (0,91), Islanda (0,69), Norvegia (0,87), Polonia (0,83) e Israele (0,73); i più alti in Corea (2,37 nella scuola primaria e 2,36 nella scuola secondaria inferiore), Messico (2,09 nella scuola secondaria inferiore) e Turchia (2,44 nella scuola primaria). Nella scuola secondaria superiore, i valori più bassi dell’indice si registrano in Norvegia (0,87), Polonia (0,83), Islanda (0,94) e Israele (0,73).
Nella scuola secondaria inferiore, gli stipendi degli insegnanti con almeno 15 anni di esperienza variano da circa $10.000 in Polonia a $48.000 o più, in Germania, Corea e Svizzera, e superano gli $80.000 in Lussemburgo.
Tra il 1996 e il 2004 gli stipendi sono aumentati in termini reali in quasi tutti i paesi, gli aumenti più notevoli si sono avuti in Finlandia, Ungheria e Messico. Nello stesso periodo, in Spagna, gli stipendi nel ciclo primario e secondario superiore sono diminuiti rimanendo, tuttavia, al di sopra della media OCSE.
Il numero di ore di insegnamento all’anno nelle scuole pubbliche è in media di 704, ma può variare da 1.000 in Messico e Stati Uniti a 534 in Giappone. Esistono anche notevoli differenze nella distribuzione delle ore di insegnamento nell’arco di un anno. Ad esempio, in Islanda, su un anno scolastico di 36 settimane, gli insegnanti lavorano un maggior numero di ore rispetto ai loro colleghi in Danimarca, dove l’anno scolastico è di 42 settimane. Tuttavia, le ore di insegnamento sono solo uno degli indicatori del carico di lavoro degli insegnanti, che può anche includere il tempo trascorso per preparare le lezioni, per correggere i compiti, o per altre attività.
Nei paesi dell’OCSE, gli studenti tra i 7 e i 14 anni ricevono in media 6.847 ore di insegnamento, di cui 1570 tra i 7 e gli 8 anni, 2.494 tra i 9 e gli 11 anni e 2.785 tra i 12 e i 14 anni. In media nei paesi dell’OCSE, lettura e scrittura, matematica e scienze rappresentano circa il 50% delle ore obbligatorie di insegnamento per gli studenti di età compresa tra i 9 e gli 11 anni ed il 41% per gli studenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Per quanto riguarda la lettura e la scrittura, la percentuale varia notevolmente da un paese all’altro: dal 13%, o meno, in Australia, Cile e Israele, al 30% in Francia, Messico e Paesi Bassi. Esistono anche notevoli differenze per quanto riguarda la percentuale di ore di insegnamento dedicate alle lingue straniere, che varia dall’1%, o meno, in Australia, Gran Bretagna, Giappone e Messico, al 21% in Lussemburgo.
Il costo dell’istruzione: 5,9% del PIL, in media, nei paesi dell’OCSE
Nei paesi dell’OCSE la spesa per l’istruzione si aggira intorno al 5,9% del PIL, con variazioni dal 3.7% in Turchia all'8% in Islanda. La spesa per studente è di $5450 all’anno nell’istruzione primaria, $6.962 nella secondaria e $11.254 in quella superiore. I paesi dell’OCSE spendono in media $77.204 per studente nel corso della durata prevista degli studi primari e secondari. L’importo varia da meno di $40.000 in Messico, Polonia, Repubblica Slovacca, Turchia, Brasile, Cile, e Federazione Russa, a $100.000 e oltre in Austria, Danimarca, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti. Nell’ambito dell’istruzione sueriore, l'ampia varietà di corsi offerti rende difficili i confronti. Ad esempio, in Giappone si spende all’anno, per uno studente del livello terziario, quasi quanto in Germania ($11.556 in Giappone, $11.594 in Germania), ma poiché la durata media degli studi terziari è di 5,4 anni in Germania e di 4,1 anni in Giappone, la spesa globale per uno studente dell’istruzione superiore è di soli $47.031 per il Giappone, contro $62.187 per la Germania.
Da notare che una spesa unitaria minore non si traduce necessariamente in un livello di conseguimento più basso. Ad esempio, la Corea e i Paesi Bassi spendono meno della media OCSE per l'istruzione primaria e secondaria, ma figurano entrambi tra i paesi con le migliori prestazioni nell’indagine PISA 2003.
Tra il 1995 e il 2003 la spesa per l’istruzione primaria, secondaria e post-secondaria non terziaria è aumentata in tutti i paesi. In 16 dei 26 paesi dell’OCSE e paesi partner per i quali i dati sono disponibili, l’incremento supera il 20%, ed è pari al 30% , o oltre, in Australia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Messico, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Turchia e Cile. Gli unici paesi in cui, nello stesso periodo, si è registrato un incremento della spesa per l’istruzione primaria, secondaria e post-secondaria non terziaria per studente pari, o inferiore, al 10% sono la Germania, l'Italia, la Svizzera e Israele. Questi cambiamenti non sono però esclusivamente ascrivibili al calo del numero delle iscrizioni.
La situazione è diversa per l’istruzione superiore. Durante il periodo 1995-2003, in 7 dei 27 paesi dell’OCSE e paesi partner per i quali sono disponibili i dati (Australia, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Brasile e Israele) la spesa per studente è diminuita e questo calo è in gran parte ascrivibile all’aumento di oltre il 30% del numero di studenti. Tuttavia, nonostante un aumento delle iscrizioni, la spesa per studente è aumentata del 93%, in Grecia, del 70% in Ungheria, del 34% in Irlanda, del 48% in Messico e del 68% in Cile. Tra i 27 paesi dell’OCSE e i paesi partner, Austria, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, sono stati gli unici in cui il numero degli studenti è aumentato meno del 10%.
Chi paga? Sono soprattutto i governi che pagano il conto, ma si registra un aumento dei finanziamenti privati.
In media, nei paesi dell’OCSE, il 93% dell’istruzione primaria, secondaria e post-secondaria non terziaria è sovvenzionato da fondi pubblici, ma i finanziamenti privati superano il 13% in Australia, Germania, Corea, Messico, Svizzera, Regno Unito e Cile (paese partner). Durante il periodo 1995-2003, si è osservato un sostanziale equilibrio tra il numero di paesi in cui si è registrato un incremento del finanziamento pubblico e quello in cui il finanziamento pubblico è diminuito.
Tuttavia, nell’istruzione superiore, i finanziamenti privati sono aumentati un po’ ovunque, superando i 3 punti percentuali nella metà dei paesi con dati disponibili e di oltre 9 punti percentuali in Australia, Italia e Regno Unito.
La quota della spesa per l’istruzione superiore finanziata dai privati, varia da meno del 5% in Danimarca, Finlandia, Grecia, Norvegia e Turchia a più del 50% in Australia, Giappone, Corea, Stati Uniti e Cile. Gran parte di questi finanziamenti privati proviene dalle famiglie sotto forma di tasse d’iscrizione e di frequenza. Il 25% dei paesi non fa pagare tasse, mentre nei restanti paesi il loro importo varia notevolmente.
Investimenti per l’istruzione: effetti positivi per gli individui e per i sistemi economici
L’istruzione è in gran parte finanziata da fondi pubblici e vari studi indicano che si tratta di soldi ben spesi. Si stima che, nell'area OCSE, un anno aggiuntivo di istruzione si potrebbe tradurre, a lungo termine, in un aumento dal 3 al 6% della redditività economica.
L’esame delle cause della crescita economica mostra che, dal 1994 al 2004, nella maggior parte dei paesi dell’OCSE, l'aumento della produttività del lavoro ha inciso per almeno la metà sulla crescita del PIL pro capite. L’istruzione non è certo l’unico fattore ad incidere sull'incremento della produttività, ma uno studio fondato sul grado d'istruzione come misura del capitale umano mostra che un paese con un livello d'istruzione globale superiore dell’1% alla media internazionale, raggiungerà livelli di produttività del lavoro e di PIL pro capite superiori, rispettivamente, del 2,5% e dell'1,5% a quelli di altri paesi.
Anche per i singoli individui, l’istruzione rappresenta un ottimo investimento. Dato che l’istruzione primaria e parte della secondaria sono obbligatorie, la “decisione d’investimento” riguarda generalmente se continuare o no gli studi oltre la scuola dell’obbligo. Nonostante i diffusi rapporti sulla "inflazione dei voti" e la svalutazione dei diplomi, l’investimento per conseguire un diploma universitario può produrre ritorni privati annuali (calcolati confrontando le aspettative di futuri guadagni con il costo privato degli studi) pari al 22.6% e tutti i paesi mostrano un tasso di ritorno superiore all'8%. Esistono anche notevoli benefici indiretti: molte analisi nazionali indicano una correlazione positiva tra conseguimento di un livello di studi elevato e migliore salute fisica e mentale.
Il livello d’istruzione non abolisce tuttavia le disparità dei redditi tra i generi: a parità di livello d'istruzione, le donne guadagnano dal 20% al 50% in meno degli uomini.
L’impatto dei cambiamenti demografici
In 23 dei 30 paesi dell’OCSE così come in Cile, si stima che il numero di studenti nella scuola dell’obbligo sia destinato a ridursi nel corso dei prossimi 10 anni. Questa tendenza è molto più drastica in Corea dove si prevede che la popolazione di età compresa tra i 5 e i 14 anni diminuirà del 29%. La popolazione di età tra i 15 ei 19 anni dovrebbe diminuire del 30% o più, nella Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca e la Federazione Russa.
In alcuni paesi, questo calo si è manifestato prima. In Spagna, ad esempio, si prevede che la popolazione di età compresa tra i 20 e i 29 anni diminuirà del 34% nei prossimi 10 anni.
Assumendo, a scopo esemplificativo, che i livelli di partecipazione e di spesa per studente rimangano quelli attuali, le tendenze demografiche illustrate condurranno ad una diminuzione della spesa complessiva per l'istruzione in quasi tutti i paesi dell'OCSE, ad eccezione di quattro paesi e del Cile, dove cresceranno probabilmente le opportunità di aumentare i livelli di partecipazione o di spesa per studente. Negli Stati Uniti si prevede, invece, un aumento della popolazione nei prossimi dieci anni: tendenza che si potrebbe tradurre in maggiori bisogni di finanziamento.
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