mercoledì 3 marzo 2010

Trading Companies e Contertrade

Trading Companies e Countertrade
di Roberto Maurizio

Trading Companies
Le Trading Companies sono imprese che si occupano esclusivamente della commercializzazione dei prodotti su un gran numero di mercati internazionali, in ciascuno dei quali possono acquistare o vendere a seconda delle caratteristiche ed esigenze dei mercati stessi.
Generalmente hanno una elevata conoscenza dei mercati, uffici di ricerca specializzati e una fitta rete di rapporti commerciali con più paesi. Forniscono spesso servizi accessori (post vendita), hanno generalmente buona capacità finanziaria e si occupano anche di countertrade.
Alcune trading companies fanno parte di gruppi molto complessi che includono anche aziende di produzione, di distribuzione e commercializzazione e di servizi finanziari.
Hanno elevate capacità negoziali, possono realizzare forti volumi di vendite ma proprio per questo possono spuntare condizioni economiche per loro particolarmente vantaggiose lasciando margini molto ridotti alle aziende che producono.


Countertrade
Il termine «countertrade» significa letteralmente «contro - commercio»: quindi, per traslato, «commercio in compensazione»: il vero senso di questa parola composta ce lo fornisce il prefisso «counter», nel senso di «complementare, corrispondente». Nel concetto di countertrade sono comprese tutte quelle pratiche contrattuali in cui le obbligazioni delle parti si risolvono in un reciproco flusso di beni e/o servizi, lasciando alla regolamentazione in denaro un ruolo eventuale e generalmente marginale. Con il termine countertrade nel commercio internazionale non si individua una determinata operazione commerciale bensì una modalità di scambio che si presenta con diversi tipi contrattuali. Esso consiste essenzialmente in una prestazione accessoria e parallela al classico scambio di merce contro prezzo, che può concretizzarsi ad esempio in servizi accessori di cui l´importatore si accolla l´onere. Il ricorso agli scambi in compensazione presenta indubbiamente vantaggi sia per l´esportatore che per il paese importatore. Permette all´esportatore di acquisire quote di marcato estero laddove la penetrazione dei propri prodotti è resa più difficile dalla mancanza di valute controvertibili e da condizioni politiche ed economiche a rischio, avendo così a disposizione uno strumento alternativo di finanziamento. All´importatore sarà invece possibile evitare esborsi in valuta, utilizzando in cambio prodotti di cui abbia facile disponibilità. Le modalità di scambio possono essere diverse a seconda degli obiettivi che il countertrade vuole raggiungere.

Le principali forme del Countertrade
Le forme più utilizzate sono le seguenti:
barter, che è il contratto con il quale l´esportatore riceve merci in cambio dei prodotti esportati;
counterpurchase, vale dire il contratto nel quale l´esportazione di prodotti viene regolata con pagamento in parte in valuta e in parte in beni; è caratterizzato dal fatto che vi sono due contratti o più: il contratto principale relativo all´esportazione della merce ed il contratto accessorio che prevede l´impegno dell´esportatore ad acquistare dei beni dall´importatore in pagamento della merce esportata;
buy-back, contratto utilizzato per forniture di impianti chiavi-in mano, dove il pagamento viene effettuato con la vendita di prodotti fabbricati dall´impianto stesso;
offset, con cui si identifica tradizionalmente un´operazione di compensazione industriale in cui lo stesso importatore partecipa alla realizzazione del prodotto attraverso la fornitura di materie prime, prodotti locali, manodopera;
switch trading o accordo di clearing, figura di countertrade particolare, caratterizzata dal fatto che i pagamenti delle merci scambiate non vengono effettuati in valute controvertibili, ma vengono registrati presso le rispettive banche centrali in un conto detto appunto conto di clearing.

lunedì 8 febbraio 2010

prova