venerdì 21 dicembre 2007

2500 anni dopo "Monte Sacro"

DUEMILACINQUECENTO ANNI DOPO LA SECESSIONE DELLA PLEBE AL MONTE SACRO



Dal SITO: http://www.dirittoestoria.it/

Per rendere più agevole la comprensione del seminario di studi, riportato sul sito http://www.robertomaurizio1947.blogspot.com/, presentiano la relazione introduttiva del Prof. Pierangelo Catalano e Giovanni Lobrano, nel 2005 in occasione di un altro simposio sempre sul tema dell'anninersario della secessione della plebe al Monte Sacro. Dal 294 a.C. ad oggi sono passati 2.501 anni. Lo stesso luogo venne scelto da Simòn Bolivar per la pronuncia del suo "giuramento". “Per il Dio dei miei genitori, giuro per loro; giuro per il mio onore e giuro per la patria, che non darò pace al mio braccio, né riposo alla mia anima, finchè non avrò spezzato le catene che ci opprimono!”. Fino a poco tempo fa, si pensava che il giuramento del giovane Bolivar fosse avvenuto sull'Aventino. Oggi, è stato confermato con certezza che è stato proprio il luogo dove oggi sorge il più grande quartiere di Roma ad essere testimone della promessa di Simòn che sarà poi mantenuta.

MMD Anniversario della Secessione della Plebe al Monte Sacro

Promemoria

a cura di
Pierangelo Catalano e Giovanni Lobrano


Quali accidenti facessono creare in Roma i tribuni della
plebe, il che fece la republica più perfetta ... E però, dopo
molte confusioni, romori e pericoli di scandoli che
nacquero intra la plebe e la nobiltà, si venne, per sicurtà
della plebe alla creazione de’ tribuni; e quelli ordinarono
con tante preminenzie e tanta riputazione, che poterono
essere sempre dipoi mezzi intra la Plebe e il Senato,
e ovviare alla insolenzia de’ nobili.
Che la disunione della plebe e del senato romano fece
libera e potente quella republica ... E se i tumulti furono
cagione della creazione de’ tribuni meritano somma laude;
perché oltre al dare la parte sua all’amministrazione
popolare, furono constituiti per guardia della libertà
romana.
Niccolò Machiavelli
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, libro I, c. 3-4


I
La secessione e le sue ragioni. Il giuramento e la tribunicia potestas sacrosanta

1. – Secessione

Duemilacinquecento anni or sono, nell’anno 494 avanti Cristo, la plebe romana in armi, guidata da Sicinio, secede sul Monte Sacro a causa dell’acuirsi del conflitto che la oppone al ceto dominante dei patrizi in ogni campo della convivenza civile e, in particolare, nella questione del debito, la quale vede i debitori plebei oppressi in maniera intollerabile dagli usurai (foeneratores).

2. – Giuramento plebeo

Nell’anno seguente la plebe romana rientrerà a Roma, convinta da Menenio Agrippa della necessità della collaborazione tra i diversi ceti sociali, ma soltanto dopo avere creato una magistratura nuova, un “magistrato plebeo”, dotato di una protezione nuova (la sacratio capitis di chiunque lo offenda) e di un potere altrettanto nuovo: per la sua configurazione generale (la potestas sacrosancta), per il suo fondamento (il iusiurandum collettivo plebeo, integrato – quindi – con un foedus patrizio-plebeo), per il suo contenuto (lo ius intercessionis contro le magistrature patrizie / di governo e lo ius agendi cum plebe).
E’ il tribunato della plebe.

3. – Caio Sicinio Belluto

«il più strenuo avversario dell’aristocrazia… di infima nascita, educato poveramente» così lo descrive Dionigi di Alicarnasso (VII, 33). Caio Sicinio Belluto fu il capo della secessione. Le fonti antiche presentano un uomo che emergeva dalla massa; egli affrontò con forza i patrizi: «Con quale animo, patrizi, ora richiamate indietro coloro che avete condotto fuori dalla patria e trasformato da liberi in schiavi?» (Dionigi, VI.45). Con lo stesso animo, tre anni dopo contrastò Coriolano, che voleva privare la plebe della magistratura appena istituita (Plutarco, Coriolano, XVIII.1-3). Sicinio fece parte del primo tribunato della plebe («primus tribunus plebis … in Sacro monte»: Livio 3.54.12) e fu rieletto due volte per il grande prestigio personale e non per meriti familiari. Il suo ruolo nella storia della repubblica romana è paragonabile a quello del primo console: ponendo argine alla prepotenza dei patrizi e degli usurai, il tribunato rese perfetta la costituzione repubblicana (secondo l’opinione che manifesteranno poi, tra gli altri, Cicerone, Machiavelli, Rousseau, Gracchus Babeuf). A ragione Simon Bolívar ricorderà Sicinio (v. infra, III, 3).

4. – Tribunato della plebe e libertà del popolo

Sembra quasi impossibile che un gruppo sociale “in sedizione” abbia prodotto ‘di getto’ una tale costruzione religiosa, politica, giuridica; al contempo così innovativa, complessa e poderosa: una magistratura contro-magistratura (dotata di un potere contro-potere) la quale diviene il perno di una costruzione unica nella storia, la respublica del popolo romano. La respublica è caratterizzata dal potere ‘laico’ e ‘sovrano’ del popolo, cioè degli universi cives, il quale entra in relazione di comando-obbedienza con sé medesimo (populus in sua potestate) attraverso il potere di governo dei magistrati patrizi, i quali – a loro volta – traducono (con un margine necessario di discrezionalità) gli iussa generalia “di tutto il popolo a tutto il popolo” (Rousseau) in comandi specifici rivolti ai singoli. Questa relazione vitale, centrale, bi-univoca tra popolo dei cittadini e magistrati patrizi, nella quale ciascun cittadino deve sapere e potere – a tempo debito – comandare e obbedire, si avvale di un meccanismo di cui sono parte i sacerdotes publici; ma essa è soprattutto garantita dal tribunato della plebe. La sacrosancta potestas dei tribuni plebis è garante della libertà dei singoli cives dinnanzi al potere di governo dei magistrati patrizi e, al contempo e indissolubilmente, è garante della obbedienza dei magistrati patrizi alla volontà del popolo (leges publicae).


II
Il Tribunato della plebe e la respublica: da Cicerone a Eutropio

1. – Cicerone

Questa nuova istituzione va ad occupare uno spazio straordinario nel sistema giuridico repubblicano romano antico, dove (salvo il biennio ‘sperimentale’ del decemvirato legislativo) sarà sempre presente.
Cicerone (autore del più famoso e più autorevole trattato sulla respublica, che scrive nella urgenza della grande crisi della repubblica, provocata dal repentino e massivo ingresso delle civitates foederatae italiche) sostiene che senza tribunato non c’è repubblica: «nomen tantum videbitur regis repudiatum, res manebit, si unus omnibus reliquis magistratibus imperabit. Quare nec ephori Lacedaemone sine causa a Theopompo oppositi regibus, nec apud nos consulibus tribuni» (De legibus, 3.15 s.).

2. – Augusto

Augusto, il quale risolve la crisi della repubblica riprendendo la riflessione ciceroniana, edifica l’istituto del ‘principe’ su due pilastri repubblicani: uno è l’imperium proconsulare (maius et infinitum) e l’altro è la tribunicia potestas sacrosancta.

3. – Difesa imperiale delle plebi cittadine

L’“Impero delle città” (si ricordi Elio Aristide, “Elogio di Roma”) ri-connette il potere tribunizio alla struttura cittadina. Nel IV secolo dopo Cristo, gli imperatori Valentiniano I e Valente, con una sorta di ritorno alle origini, istituiscono i defensores civitatis: «ut plebs [...] contra potentium defendatur iniurias»: costituzione dell’anno 365, la prima del titolo 55 (dedicato ai Defensores civitatis) del libro I del Codex di Giustiniano. Ma sono testimoniati istituti che anche prima del 365 esplicano la defensio civitatis della legislazione imperiale, freno allo strapotere della classe senatoria: sono i syndici, dei quali ultimi resta più evidente la traccia semantica nel governo delle città italiane.
Sul ruolo del modello tribunizio per la difesa imperiale delle plebi cittadine, è significativo quanto scrive lo storico Eutropio, collaboratore (epistolografo) dell’imperatore Valente: «Tum et ipse [il popolo romano] sibi tribunos plebis quasi proprios iudices et defensores creavit per quos contra senatum et consules tutus esse posset» (Breviarium ab urbe condita 1.13; cfr. Digesta Iustiniani, 1.2.2.20).


III
Continuità tribunizia: da Cola di Rienzo a Gracchus Babeuf alla Repubblica Romana del ’49

1. – Medioevo

La funzione tribunizia dei difensori della cittadinanza resta lungo tutto il medioevo, affidata ai syndici dei Comuni ma anche – e in misura rilevante – ai vescovi. Nel XIV secolo, in Roma, Cola di Rienzo fu Tribuno (1347: «libertatis, pacis iustitiaeque tribunus et sacrae romanae reipublicae liberator») e propose la unificazione dell’Italia in termini di confederazione di Comuni. Nella città di Bologna, nel 1377, furono istituiti i “Tribuni della plebe”.

2. – Età moderna

Con la crisi che segna l’evo moderno, l’istituzione tribunizia torna fortemente nella riflessione e proposizione politica/giuspubblicistica, come dimostrano i contributi di Niccolò Machiavelli, di Jean Calvin (e di altri Riformatori), di Juan de Mariana (e di altri Monarcomachi), di Johannes Althusius syndicus della Città di Emden (e dell’altro grande teorico dello ‘Stato’ moderno, François Hotman).
L’istituzione tribunizia diventa centrale nella riflessione costituzionale del Settecento, come dimostrano, costruendo il binomio “sovranità popolare” e “potere negativo”, i grandi filosofi del diritto Jean-Jacques Rousseau e Johann Gottlieb Fichte (ma persino il barone di Montesquieu).
Nel contesto della Rivoluzione francese si sviluppa la prima riflessione sullo sciopero generale, implicitamente connessa, nel pensiero di Gracchus Babeuf, con le antiche secessioni della plebe: ricordiamo il «Manifeste des plébéiens» su Le Tribun du peuple, n. 35, 9 frimaio, anno IV (30 novembre 1795) «Que le Mont Sacré ou la Vendée plébéienne se forme sur un seul point ou dans chacun des 86 départements».

3. – Età contemporanea

Il riferimento al tribunato resta essenziale in alcuni tentativi ottocenteschi di costruzione delle repubbliche.
In America: sopra tutti Simόn Bolίvar, che inaugura il proprio impegno politico precisamente con il giuramento sul Monte Sacro nel 1805, e stabilisce un tribunato nella Costituzione di Bolivia del 1826 (ma si può ricordare anche lo statista nord-americano John Caldwell Calhoun).
In Europa: soprattutto il Progetto di Costituzione della Repubblica Romana del 1849 redatto dal mazziniano Cesare Agostini e le discussioni a quella Assemblea Costituente. Si possono ricordare anche le dottrine di Giandomenico Romagnosi e di Pietro Ellero.


IV
La cancellazione della memoria.
Difensori civici, diritti umani e sovranità popolare

1. – Hegel e Mommsen

L’Ottocento è però il momento di trionfo dello Stato borghese e ora il tribunato plebeo manifesta la propria rilevanza a contrario. La instaurazione dello Stato borghese, che si sostituisce al popolo, richiede necessariamente e previamente la cancellazione del tribunato plebeo. G. W. F. Hegel e Th. Mommsen, i due edificatori teorici di tale Stato, si fanno carico di tale cancellazione sul piano scientifico, costruendo una storia e un sistema del diritto senza il potere del tribunato della plebe.

2. – Sindacati e “defensores del pueblo”

Il potere tribunizio, escluso dalla architettura costituzionale teorica e positiva del Novecento e, quindi, anche cancellato dalla memoria storica e dalla capacità di elaborazione de iure condendo di questo secolo, si ripropone –in certo modo– spontaneamente attraverso altre due istituzioni, le quali acquisiscono entrambe dimensioni e importanza straordinarie: il sindacato dei lavoratori e il “defensor del pueblo” (“ombudsman”, “médiateur”, difensore civico). Per entrambe le istituzioni si continua a scoprire i nessi con l’antico tribunato plebeo (si vedano, per il sindacato, gli scritti di Daniel De Leon e di Giuseppe Grosso).

3. – Presa di coscienza del “potere negativo”

Ci si rende conto oggi delle potenzialità connesse all’approfondimento scientifico di tale nesso, attraverso il concetto di “potere negativo” (P. Catalano; M. Castelli; G. La Pira). La “crisi dello Stato” odierna (con la richiesta di ‘costituzioni’ e la fame di ‘costituzionalismo’ connesse) accelera i tempi di una presa di coscienza.
La riflessione, in questo Seminario dell’Aventino, sulla secessione plebea iniziata nel 494 a.C. al Monte Sacro e conclusasi con il giuramento costitutivo del Tribunato della plebe, prima che celebrazione di 2500 anni della nostra storia e delle nostre istituzioni, vuole essere occasione specifica di questa presa di coscienza.

P.C. - G.L.



Bibliografia

P. Catalano, Tribunato e resistenza, Torino 1971.

J.-C. Richard, Les origines de la plèbe romaine. Essai sur la formation du dualisme patricio-plébéien, École Française de Rome, 1978.

G. Lobrano, Il potere dei tribuni della plebe, Milano 1983.

A. Mastrocinque, Lucio Giunio Bruto. Ricerche di storia, religione e diritto sulle origini della Repubblica romana, Trento 1988.

P. Catalano, «Tribunado, censura, dictadura: conceptos constitucionales bolivarianos y continuidad romana en América», in Quaderni Latinoamericani, VIII, ESI, Napoli 1981, 1 ss. (anche in Bolívar y Europa en las crónicas, el pensamiento político y la historiografía, dir. A. Filippi, vol. II, Caracas 1992, 675 ss.); Id., «Alcuni principii e concetti del diritto pubblico romano da Rousseau a Bolívar e oltre», in Studia Iuridica, 12, Varsavia 1985; Id., «Principios constitucionales bolivarianos: origen y actualidad», in El nuevo derecho constitucional latinoamericano, coord. R. Combellas, vol. II, Caracas 1996, 539 ss.; Id., «Derecho público romano y principios constitucionales bolivarianos», in Constitución y constitucionalismo hoy (Cincuentenario del Derecho Constitucional Comparado de Manuel García-Pelayo), Fundación Manuel García-Pelayo, Caracas 2000, 689 ss.; Id., «Sovranità della multitudo e potere negativo: un aggiornamento», in Studi in onore di Gianni Ferrara, Torino 2005, vol. I, 641 ss.; Id., «Crise de la division des pouvoirs et tribunat (le problème du pouvoir négatif)», in Attualità dell’Antico 6, a cura di M. G. Vacchina, Aosta 2005.

A.M. Battista, «Il Poder Moral: la creazione irrisolta e sconfitta di Bolívar», Il pensiero politico, 20, Firenze 1987 (trad. española en Bolívar y Europa cit., 727 ss.);

S. Schipani, «Defensa jurisdiccional de los derechos humanos y “poder negativo”», en Constitucionalismo latino y liberalismo, Universidad Externado de Colombia, Bogotá 1990, 15 ss.

Il “Potere Morale” tra politica e diritto. L’esempio di Simón Bolívar, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Aa.Vv., Progetto Italia - America Latina. Ricerche Giuridiche e Politiche. Materiali, X, Sassari 1993 (include scritti di Rafael Caldera).

Aa.Vv., Atti del Colloquio russo-latino sulla storia del diritto romano pubblico “Tribunato, Principato e costituzioni miste” (Mosca, 30 maggio-1 giugno 1994), in Ius antiquum - Drevnee pravo, 1, Moskva 1996; ora anche in formato elettronico = <>

Aa.Vv., Diritti in memoria, carità di patria. Tribuni della plebe e governo popolare a Bologna (XIV-XVIII secolo), a cura di A. De Benedictis, Bologna 1999.

Aa.Vv., Resistenza e diritto di resistenza. Memoria come cultura, a cura di A. De Benedictis e V. Marchetti (Università di Bologna, Dipartimento di discipline storiche, Quaderni, 15) Bologna 2000.

A. De Benedictis, «Identità comunitaria e diritto di resistere», in Identità collettive tra Medioevo ed Età Moderna, a cura di P. Prodi e W. Reinhard, Bologna 2002.

Aa.Vv., “Da Roma a Roma”. Dal tribuno della plebe al difensore del popolo. Dallo jus gentium al Tribunale penale internazionale, dir. P. Catalano, G. Lobrano, S. Schipani (Quaderni IILA, serie Diritto I), Roma 2002.

G. Lobrano, «Del defensor del pueblo al tribuno de la plebe: regreso al futuro. Un primer bosquejo de interpretación histórico-sistemática con atención particular al enfoque bolivariano», en Roma e America. Diritto romano comune. Rivista di diritto dell’integrazione e unificazione del diritto in Europa e in America Latina, 14, 2002, pp. 135-165.

E. Spósito Contreras, «El Derecho público romano y el constitucionalismo venezolano: comentarios a la Constitución venezolana de 1999», en Revista de Derecho, 17, Tribunal Supremo de Justicia, Caracas 2005.

P. Catalano, A proposito del “giuramento profetico” di Simón Bolívar; A. Mastrocinque, Il giuramento sul Monte Sacro, Comune di Roma, IV Municipio Roma Montesacro, 15 agosto 2005.

martedì 6 novembre 2007

Organizzazioni internazionali

Nomi e indirizzi (Url) di tutte le organizzazioni internazionali. Un indirizzario utilissimo.

Organizzazioni Internazionali

Pace e sicurezza

ONU - Organizzazione delle nazioni unite (United Nations - UN)
Official Web Site Locator for the UN System of Organizations
UN Peace and Security
Organizzazione per l'applicazione del trattato per il bando completo della sperimentazione nucleare (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization - CTBTO)
Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons - OPCW)
Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Organization for Security and Cooperation in Europe - OSCE)
Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCEPA)

Diritto internazionale
Corte internazionale di giustizia (ICJ - CIJ)
Inter Parliamentary Union (IPU)
Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato (International Institute for the Unification of Private Law - Unidroit)
OMPI - Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (World Intellectual Property Organization - WIPO)
Tribunale penale internazionale per il Ruanda (International Criminal Tribunal for Rwanda - ICTR)
Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia (International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia - ICTY)
Ufficio delle Nazioni Unite per le droghe ed il crimine (United Nations Office on Drugs and Crime - UNODC)
UN International Law Resources
United nations Crime and Justice Information Network (UNCJIN)

Organizzazioni regionali

Association of South-East Asian Nations (ASEAN)
Associazione latinoamericana di integrazione (ALADI)
British Commonwealth
Comunità andina (Comunidad andina)
Consiglio d'Europa
Corte europea dei diritti dell'uomo
Mercado Comun del Sur (MERCOSUR) - Mercado Comum do Sul (MERCOSUL)
NATO - Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del nord (North Atlantic Treaty Organisation - NATO)
Agenzia NATO di consultazione, comando e controllo operazioni (NATO Consultation, Command and Control Agency - NC3A-NATO)
Organizzazione degli Stati americani (OSA)
Organizzazione dell'unità africana (Organization of African Unit - OAU -)
Parlamento latino americano
Unione dell'Europa occidentale (UEO) (Western European Union - WEU)
Assemblea dell'Unione dell'Europa occidentale

Ambiente, salute e società

Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR)
Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts - ECMWF)
Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione (United Nations Convention to Combat Desertification - CCD-UN)
Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - UNFCCC)
FAO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura
Fondo delle Nazioni Unite per le attività delle popolazioni (United Nations Population Fund - UNFPA)
Fondo di finanziamento per programmi di protezione globale dell'ambiente (Global Environment Facility - GEF)
ICAO - Organizzazione internazionale dell'aviazione civile
Inter-Governmental Consultations on Asylum, Refugee and Migration Policies in Europe, North America and Australia
International Occupational Safety and Health Info Centre
Istituto internazionale di ricerca e formazione sulla condizione della donna (International Research and Training Institute for the Advancement of Women - INSTRAW)
OMS - Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization - WHO)
Organizzazione internazionale di metrologia legale (Organization Internationale de Mà©trologie Là©gale - OIML)
Organizzazione dei volontari delle Nazioni Unite (United Nations Volunteers - UNV)
Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici (Europe's Meteorological Satellite Organization -EUMETSAT)
Organizzazione internazionale per le migrazioni (International Organization for Migration - IOM)
Organizzazione metereologica mondiale (World Meteorological Organization - WMO)
Pan American Health Organization (PAHO)
Programma alimentare mondiale (World Food Program - WFP)
Programma congiunto delle Nazioni Unite per l'AIDS (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS - UNAIDS)
Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (United Nations Environment Programme - UNEP)
Segretariato della Convenzione sulla biodiversità
Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs - OCHA-UN)
Ufficio idrografico internazionale (International Hydrographic Organization - IHB)
UN Economic and Social Development Resources
UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)
UNICEF- Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia
United Nations Development Fund for Women (UNIFEM)

Economia, sviluppo e commercio

Agenzia internazionale per l'energia atomica (International Atomic Energy Agency - IAEA)
Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC)
Associazione europea di libero scambio (European Free Trade Association - EFTA)
Banca africana di sviluppo (The African Development Bank Group - AFDB)
Banca asiatica di sviluppo (Asian Development Bank - ADB)
Banca dei regolamenti internazionali (Bank for International Settlements - BIS)
Banca di sviluppo caraibica (Carribean Development Bank - CDB)
Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (European Bank for Reconstruction and Development - EBRD)
Banca interamericana di sviluppo (Inter-American Development Bank - IADB)
Banca mondiale (World Bank)
Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo - International Bank for Reconstruction and Development (IBRD)
ICSID The International Centre for Settlement of Investment Disputes
International Development Agency (IDA)
International Finance Corporation (IFC)
Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA)
Commissione economica delle Nazioni Unite per L'America latina ed i Caraibi (Comision Economica para Amà©rica Latina y el Caribe - ECLAC-UN)
Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Asia ed il Pacifico (United Nations Economic and Social Commission for Asia and the Pacific - ESCAP-UN)
Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa (United Nations Economic Commission for Europe - UNECE)
Economic Development Institute (EDI)
Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (International Fund for Agricultural Development - IFAD)
Fondo monetario internazionale (FMI)
IMO - Organizzazione marittima internazionale
NAFTA - North American Free Trade Agreement
OCSE - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Organization for Economic Cooperation and Development - OECD)
OMC - Organizzazione mondiale per il commercio (World Trade Organization - WTO)
OMD - Organizzazione mondiale delle dogane
Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (United Nations Industrial Development Organization - UNIDO)
International Centre for Science and High Technology (ICS)
Organizzazione internazionale del lavoro (ILO)
International Training Centre (ITC - ILO)
Organizzazione internazionale per le telecomunicazioni satellitari (International Telecommunications Satellite Organization - INTELSAT)
Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (United Nations Development Programme - UNDP)
Centro internazionale per il commercio (International Trade Centre - ITC)
Ufficio europeo dei brevetti (European Patent Office - EPO)
Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union - ITU)
Unione postale universale (UPU)

Istruzione e ricerca

Agenzia spaziale europea (European Space Agency - ESA)
Agenzia spaziale europea - Centro europeo operazioni spaziali (European Space Operation Centre - ESA-ESOC)
Centro europeo di ricerca nucleare (European Laboratory for Particle Physics - CERN)
Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (Centre International de Hautes Etudes Agronomique Mà©diterranà©ennes - CIHEAM)
Centro internazionale di calcolo (UN International Computing Centre - ICC)
Centro internazionale di fisica teorica (International Centre for Theoretical Physics - ICTP)
Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology - ICGEB)
Istituto internazionale per la conservazione e il restauro dei beni culturali (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property - ICCROM)
Laboratorio europeo di biologia molecolare (European Molecular Biology Laboratory - EMBL)
Osservatorio europeo meridionale (European Southern Observatory - ESO)

Organizzazioni internazionali non governative

American Correctional Association
American Society Of International Law
Amnesty International
Comitato internazionale della Croce Rossa (International Committee of the Red Cross - ICRC)
Croce verde internazionale
Earthjustice Legal Defense Fund
European Broadcasting Union (EBU)
Federation internationale des droits de l'homme
GreenPeace International Council
Human Rights Watch
Indian Law Resource Center
International Air Transport Association (IATA)
International Bar Association
International Chamber of Commerce (ICC)
International Federation for Information Processing
International Federation of the Red Cross and Red Crescent Societies
International Institute of humanitarian law
International Law Institute (ILI)
International Organization for Standardization (ISO)
Lawyers Committee for Human Rights
OCEANA
The International Association of Jewish Lawyers and Jurist
Union of International Associations
Unione internazionale degli avvocati
United Nations system partnerships
World Jurist Association
World Wildlife Fund (WWF)
Worldwatch Institute

giovedì 1 novembre 2007

Incontri nel Mediterraneo

Incontri nel Mediterraneo, Etica-Estetica nelle due rive

Il resoconto del convegno-dibattito del 30 ottobre 2007, orgzanizzato dall'Instituto Cerventes e dall'Imed è publicato sul sito:

www.robertomaurizio1947.blogspot.com

Sarà presto inserito negli altri due siti Web:
www.robertomaurizio.it
www.robertomaurizio.com

Leggete anche le Interviste su
www.robertomaurizionews.blogspot.com

lunedì 29 ottobre 2007

IL VETRO SUL LEGNO
L'OSSIMORO "GLOCAL"

di Roberto Maurizio

Vetro sul legno: arte messicana
Fonte:
www.mexicoart.it

Ciò che da sempre produce guerre e distruzioni nel mondo è l’incomunicabilità che esiste tra gli esseri umani. Sarebbe più facile dialogare che lottare. Invece, no. E’ meglio scegliere la strada più difficile. Il dialogo è noioso. La guerra, la lotta, il confronto sono le caratteristiche distintive nel Dna dell’uomo animale. Ci ha provato 2007 anni fa un Galileo, a far cambiare le cose. Lo ha riproposto, qualche secolo dopo, l’autore del Cantico dei cantici. L’ha dichiarato il profeta di Allah. Lo sostiene la Torah. E’ presente, in tutte le religioni del mondo. Invece, niente. Ancora resta in primo piano il confronto tra Occidente e Medio Oriente. La perfezione non appartiene a questo mondo, dunque, sono benvenuti i dissidi, le divisioni, le violenze, le incomprensioni, l’astio, l’odio.


Il vetro su un carretto di legno
Fonte: www.secondamano.it


Proprio per superare queste incomprensioni è nato questo giornale, “Leptis – Non solo Mediterraneo”, alla cui realizzazione partecipano giornalisti europei, africani e asiatici. Ragionare insieme è la carta vincente per raggiungere una visione univoca, fondata sulla cooperazione e il reciproco rispetto. Ma i buoni propositi di pochi giornalisti non bastano da soli a far cambiare il mondo. Anche se il tentativo è da apprezzare. La vera ragione dell’incomunicabilità è da ricercare nella diversa crescita economica oggi esistente nel mondo?


Vetro sul legno: arte messicana
Fonte: www.mexicoart.it


Per eliminare le sperequazioni presenti nelle diverse aree geografiche e al loro interno, occorrono investimenti e incremento del prodotto interno. Come si è sviluppata nel ‘700 – ‘800 l’Inghilterra, e poi altri paesi dell’Europa seguiti dagli Stati Uniti, possono crescere economicamente altre aree della Terra. Lo stanno dimostrando Cina, India e Brasile. Una parte rilevante di questo risveglio della crescita è dovuta alla globalizzazione. Questo fenomeno, però, dal punto di vista economico, potrebbe tagliare fuori l’Unione europea. Un’Europa tirata fuori dai benefici della globalizzazione non è auspicabile, ma è un’eventualità quasi sicura. Come rispondere a questa sfida? Se la globalizzazione totale ti esclude, allora non ti resta che scegliere la globalizzazione parziale. Occorre, in altri termini, “globolocalizzare”, cioè accettare la glo­balizzazione e riconoscere le spinte e i suggerimenti locali. Questa idea, che scaturisce da un brutto neologismo inglese Glocal, "think global, act lo­cal", da sola non basta a risolvere problemi tanto complessi, come, ad esempio, lo scontro tra civiltà. Glo­cal, che è il risultato delle parole globalization e localization, vuole dimostrare come la dimensione locale e quella globale non si escludono a vicenda, anzi, la globalizzazione ha un senso se viene colta nei fatti locali e se i fatti locali, lungi dall'essere visti come puro effetto della globalizzazione ne rappresentano una contestualizzazione specifica: un vero e proprio flusso fra universalismo e particolarismo. La localizzazione è una globalizzazione che si autolimita adattandosi al locale, invece di ignorarlo e schiacciarlo. D'altra parte, è stata proprio la contestazione alla spinta globale che ha prodotto dappertutto l'attenzione al locale e, vice­versa, protestare contro la globalizzazione produce più globalizzazione, per cui la gente ha capito che por­tare avanti le istanze del locale significa comunicare con le nuove tecnologie, muoversi e spostarsi da una parte all'altra del mondo. Proprio perciò, il dibattito non può essere centrato né sull'orientalismo né sull’occidentalismo ma sui legami e interconnessioni fra occidente e oriente: oggi c'è dunque la possibilità di "decostruire" quello che ideologicamente è stato costruito lungo i secoli come se fosse un blocco omogeneo contrapposto ad un altro.


Arte messicana
Fonte: www.mexicoart.it

Purtroppo, sappiamo tutti che dobbiamo convivere ancora per diversi anni con le incomprensioni, gli scontri, la violenza e l'odio. Resta chiusa in uno scrigno, la speranza di una nuova vita che dovrebbe nascere da un uovo (ab ovo) capace di eliminare dalla radice tutti i problemi. Ecco l'idea della "globalocalizzazione" che è l'uovo dal quale nascerà la nuova società mondiale, dal quale le ineguaglianze verranno ridotte al minimo in un primo momento e tenderanno a scomparire nel lungo termine, dal qua­le sarà possibile ottenere un mondo vivibile basato sul reciproco rispetto, sulla crescita economica, cultura­le, umana, dal quale sarà possibile toccare l'impalpabile utopia della crescita economica, dello sviluppo sostenibile, della più equa distribuzione del reddito, del rispetto dei diritti umani e così via. La globalizzazione, che è un processo che integra economia, cultura, tecnologia e politica, presenta sia aspetti positivi sia negativi. Per i fautori, la globalizzazione è una forza positiva, che si nutre di due elementi di fondo, il commercio internazionale e la tecnologia, per diffondere opportunità e benessere a strati sempre più ampi di popolazione mondiale. Basti pensare alla Cina e all'India che con il loro enorme sviluppo con­tribuiscono, dal un lato ad elevare il livello di vita all'interno dei loro paesi, ma "globalmente" si rendono "responsabili" dell'aumento del prezzo del petrolio e del gas nel mondo. Per i detrattori, invece, è una for­za negativa, che favorisce i soliti pochi (i ricchi e le multinazionali) e penalizza i più creando disuguaglian­ze e ingiustizie. La globalizzazione non è sospinta solo da incentivi economici, ma anche e soprattutto da una forza storica irresistibile, più forte della volontà di qualsiasi governo e di qualsiasi partito: la forza che si sprigiona dall'evoluzione del modo di produrre e di affrontare le realtà di tutti i giorni. Il fenomeno del­la globalizzazione implica l'interazione di dinamiche complesse ed è caratterizzato dal comune confluire di processi non solo economici ma anche politici, sociali e culturali. La globalizzazione, se utilizzata bene, of­fre grandi opportunità per il progresso umano: l'era della globalizzazione sta aprendo numerose possibilità per milioni di individui a livello mondiale. I processi di globalizzazione favoriscono: la costruzione del grande mercato interno, la ricchezza mondiale e la possibilità di sviluppo, la libertà culturale, una politica globale responsabile, il progresso tecnologico, l'istruzione e la formazione, il mondo del lavoro, una mi­gliore organizzazione aziendale, la competitività e la libera concorrenza.

Arte messicana: il legno sul vetro
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La competitività definita dall'Ocse come "la facoltà delle imprese, dei settori economici, delle regioni, degli Stati e delle regioni sovranazionali di produrre un reddito relativamente elevato e di raggiungere un alto livello occupazionale pur essendo esposti alla concorrenza internazionale", aumenta perché stimolata dai processi di tipo globale. Inoltre le nuove tecnologie della comunicazione hanno rivoluzionato e migliorato l'accesso all'informazione; Internet permette l'accesso ad infinite risorse di informazioni da ogni parte del pianeta. Il costo della comunicazione diminuisce, la telefonia mo­bile e satellitare rende la telecomunicazione accessibile non solo alla popolazione urbana ma anche a quella che vive in zone lontane dalla città. Aumentano le opportunità di conoscenza perché il sa­pere diviene sempre più diffuso e sempre più alla portata di tutti. Globalizzazione non significa omogeneizzazione del mondo, dal momento che i nuovi canali di comunica­zione possono avviare processi di integrazione e di avvi­cinamento tra le varie identità culturali nel rispetto delle diversità. Tutto questo offre enormi potenzialità per sradicare la povertà nel corso del XXI secolo e per continuare il pro­gresso del XX secolo. Possediamo più ricchezza e tecnologia di quanto sia mai successo prima e i mercati globali, la tecnologia globale, le opinioni globali e la solidarietà globale possono arricchire, ovunque, le vi­le degli individui, espandendo ampiamente le loro scelte. La sfida della globalizzazione consiste nel conso­lidare le regole e le istituzioni per una governance più forte - a livello locale, nazionale, regionale e globa­le - al fine di preservare i vantaggi dei mercati globali.

Arte messicana: vetro sul legno
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Questa affermazione è corroborata dall'analisi prodotta fin dal 1990 dall'Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (United Nations Delopment Program). I primi dieci rapporti sono frutto del lavoro di economisti ed esperti delle problematiche dello sviluppo e considerano i processi di globalizzazione, se indirizzati equa­mente e correttamente, importanti strumenti per combattere la povertà e accrescere le possibilità di scelta. La globalizzazione, secondo gli autori dell'Undp, è un processo che integra l'economia, la cultura, la tecnologia e la politica in un contesto di generale accrescimento delle opportunità sia per i singoli individui che per gli Stati ma la realizzazione di tali prospettive di sviluppo richiede innanzitutto un'equa distribuzione delle risorse. Commercio accresciuto, nuove tecnologie, investimenti esteri, media in espansione e connessioni ad Iternet stanno alimentando la crescita economica ed il progresso umano. Tutto questo offre enormi potenzialità per sradicare la povertà nel corso del XXI secolo, per continuare il progresso senza precedenti del XX secolo. Possediamo più ricchezza e tecnologia - nonché maggiore impegno verso una comunità globale -quanto sia successo prima. Mercati globali, tecnologia globale, opinioni globali e solidarietà globale possono arricchire, ovunque, le vite degli individui, espandendo ampiamente le loro scelte. I processi di globalizzazione in atto si muovono tra locale e globale, in uno spazio che Herbert Marshall Mc Luhan ha definito col fortunato ossimoro di "villaggio globale" per descrivere la situazione contradittoria in cui viviamo. I due termini dell'enunciato si contraddicono a vicenda, il "villaggio" esprime qualcosa di piccolo, mentre "globale" sta a significare l'intero pianeta. Esempi concreti di "glocalizzazione" mediterranea in nuce sono gli accordi Ue-Maghreb e Ue-Mashr la nascita dell'Urna (Unione del Maghreb arabo) e, prima di tutto la Conferenza di Barcellona, che ha_ unito, il 27 e 28 novembre 1995, i quindici ministri degli Esteri degli Stati membri dell'Ue e quelli dei seguenti dodici Paesi terzi mediterranei (Ptm): Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese. La Lega degli Stati arabi e l'Unione del Maghreb arabo (Uma) sono state invitate così come la Mauritania (in qualità di membro dell'Uma). Il partenariato globale euro-mediterraneo di Barcellona, che si articola su tre assi principali (il partenariato politico e di sicurezza, che mira a realizzare uno spazio comune di pace e di stabilità; quello economico e finanziario che tende consentire la creazione di una zona di prosperità condivisa; e quello sociale, culturale e umano che tende sviluppare le risorse umane, favorire la comprensione tra culture e gli scambi tra le società civili stato lanciato dall'Ue verso gli Stati del Maghreb (Algeria, Marocco, Tunisia) e del Mashrek (Egitto, Libano, Siria).


Arte messicana
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L'insieme delle relazioni con gli Stati del Maghreb (Algeria, Marocco, Tunisia), del Mashrek (Egitto Giordania, Libano, Siria) e con Israele non ha mai fatto parte di una convenzione globale ed è stato piuttosto oggetto di successivi accordi bilaterali paralleli conclusi con ciascun paese. Anche se quest'impostazione resta la regola, in occasione della Conferenza di Barcellona del 1995 fra l'Unione europea e tutti i paesi bagnati dal Mediterraneo si è arrivati ad una concezione più globale, che ha avuto una ricaduta finanziaria con l'istituzione della linea unica di bilancio Meda, prevede la realizzazione di una Zona di libero scambio (Zls) entro il 2010 come meta per la graduale realizzazione di un'area che coprirà la maggior parte degli scambi, nel rispetto degli obblighi risultanti dall'Organizzazione mondiale per il commercio (Omc). Saranno progressivamente eliminati gli ostacoli tariffari e non tariffari al commercio per quanto riguarda i prodotti manufatti, secondo scadenzari che saranno negoziati tra i partner. Il commercio dei prodotti agricoli e gli scambi in materia di servizi saranno progressivamente liberalizzati. L'intensificazione della cooperaziione e della concertazione a livello economico tra l'Ue e i Ptm riguarda in modo prioritario alcuni settori i portanti: 1) gli investimenti e il risparmio privato: i paesi terzi mediterranei dovranno eliminare gli ostacoli agli investimenti esteri diretti e incentivare il risparmio interno al fine di promuovere lo sviluppo economico. Secondo la dichiarazione di Barcellona, l'introduzione di un ambiente favorevole agli investimenti avrà come conseguenza il trasferimento di tecnologie e l'aumento della produzione e delle esportazioni. Il programma di lavoro prevede una riflessione volta ad individuare gli ostacoli agli investimenti così come gli strumenti necessari per favorire tali investimenti, compreso nel settore bancario; 2) la cooperazione regionale come fattore chiave per favorire la creazione di una zona di libero scambio; 3) la cooperazione industriale e il sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi); 4) il rafforzamento della cooperazione ambientale; 5) la promozione del ruolo della donna nello sviluppo; 6) l'introduzione di strumenti comuni in materia di conservazione e di gestione razionale delle risorse ittiche; 7) l'intensificazione del dialogo e della cooperazione nel settore dell'energia; 8) lo sviluppo della cooperazione relativa alla gestione delle risorse idriche; 9) l'ammodernamento e la ristrutturazione dell'agricoltura. Il Mediterraneo, da quando finora affermato, è un mare piccolo, piccolo se confrontato agli oceani.Scompare quasi del tutto sotto la lente della globalizzazione. Si parla di questo piccolo lago salato, solo in occasione terribili, come nel caso di conflitti. Non si parla invece delle piccole ma significative cose come la nostra iniziativa che nasce dal basso e che unisce giornalisti arabi, musulmani, cattolici, europei.La ragione è che non esistono i presupposti per poter discutere di un piccolo avvenimento positivo, si parla, ovviamente, solamente di quelli grandi e negativi. Il nostro giornale, “Leptis, Mediterraneo ma non solo” vuole pensare "globale e agire locale", contribuire a costruire una piccola "glolocalizzazione" del Mediterraneo, per diffondere questa idea italo-algerina in tutta l'area mediterranea, e creare gli ossimori "piccolo - grande", "globale - locale".

Vetro sul legno
Fonte: www.mexicoart.it

Insomma, lavorare sodo per poter incollare il vetro (globale) sul legno (locale).

Willy Danilo

Questo nuovo blog serve per poter "selezionare" e pubblicare unitariamente i post inviati su "Stampa, Scuola e Vita" www.robertomaurizio1947.blogspot.com e robertomaurizionews www.robertomaurizionews.blogspot.com . Ad esempio: sto seguendo la vita di Sosa e Susa, le mie due cornacchie, sostituendomi a National Geographics; ho trattato l'argomento in diverse puntate; il lettore ha letto la prima puntata il 2 ottobre, la seconda il sette, la terza il dieci, e così via. Voglio rimettere, per facilità di lettura, prima le puntate precedenti e poi quelle successive.